Gli eccidi delle “forze dell’ordine” non si registrano solo in occasione di manifestazioni, scioperi, occupazioni.

Vi sono, in realtà, centinaia e centinaia di casi di uccisione e ferimento di cittadini da parte delle “forze dell’ordine”, spesso anche non in servizio, che vanno ad accrescere il numero degli omicidi impuniti di questo nostro paese.

Riportiamo qui di seguito alcuni estratti dalla ricerca sui casi di uccisione e ferimento “da Legge Reale” in Italia dal 1975 al 1989 condotta dal Centro di Iniziativa Luca Rossi [“625 – Libro Bianco sulla Legge Reale (materiali sulle politiche di repressione e controllo sociale)” a cura del Centro di Iniziativa Luca Rossi].

I dati raccolti si riferiscono al periodo che va dall’entrata in vigore della legge Reale (28 maggio 1975) al 30 giugno 1989, e non considerano incidenti avvenuti in luoghi particolari quali commissariati, caserme, carceri, ospedali.

Permettiamoci solo una parentesi elencando alcuni dei poteri assegnati alle forze dell’ordine dalla legislazione italiana (tratto da “Le parole e la forza” di Amedeo Santosuosso – pag. 163 e segg. del “625 – Libro Bianco sulla Legge Reale” del Centro di Iniziativa Luca Rossi):

uso delle armi: la disciplina attuale, che amplia i casi di uso legittimo delle armi (art. 53 c.p.) e che prevede per gli agenti un regime processuale speciale e differenziato al fine di garantire una sostanziale impunità, risale alla legge 22 maggio 1975, n. 152 nota come “legge Reale”;

i poteri di identificazione e di accompagnamento con la forza negli uffici di polizia (con possibilità di trattenere la persona fino a 24 ore) sono stati introdotti dalla legge 18 maggio 1978, n. 191 nota come “decreto Moro” (il fermo di polizia vero e proprio era stato introdotto temporaneamente dalla legge 6 febbraio 1980, n. 15 nota come “legge Cossiga”, ma non è più stato rinnovato dal 1982: di conseguenza non esiste più nel nostro ordinamento);

l’interrogatorio di polizia ha varie forme e si presenta o come “interrogatorio dell’indiziato” (regolato nella forma attuale – art. 225 c.p.p. – dal 1974: legge 14 ottobre 1974, n. 497) oppure come “sommarie informazioni” senza difensore (art. 225 bis c.p.p. introdotto dalla legge 18 maggio 1978, n. 191 nota come “decreto Moro”), oltre che come “dichiarazioni spontanee” (che da sempre, a dispetto del loro nome, coprono tutto il possibile!);

il fermo di indiziati di reato è regolato dall’art. 238 c.p.p. la cui formulazione attuale nella parte essenziale, relativa ai presupposti che rendono legittimo il potere di fermo, risale alla legge 6 febbraio 1980, n. 15, nota come “legge Cossiga”;

la perquisizione personale “sul posto”, senza autorizzazione del magistrato, “al solo fine di accertare l’eventuale possesso di armi, esplosivi e strumenti di effrazione”, che dà un potere praticamente illimitato alla polizia, è stata introdotta con l’art. 4 della legge Reale;

la perquisizione per blocchi di edifici, e cioè la possibilità per la polizia (anche su comunicazione soltanto telefonica al magistrato) di perquisire interi quartieri, fermando anche il traffico e la circolazione, è stata introdotta con la legge 6 febbraio 1980, n. 15 (legge Cossiga);

le intercettazioni telefoniche sono praticamente da considerarsi “liberalizzate”, visto che è possibile che siano rivolte anche a chi non è indiziato di reato (legge 22 maggio 1978, n. 191) e che siano estese in modo particolare ai sottoposti a misure di prevenzione (legge 13 settembre 1982, n. 646).

Il quadro va completato ricordando il regime carcerario speciale previsto per gli agenti di pubblica sicurezza detenuti per reati commessi per causa di servizio: la legge Cossiga (art. 12) prevede che le misure restrittive della libertà personale siano scontate in una sezione speciale di un istituto penitenziario oppure in un carcere militare. Nelle grandi linee la situazione si presenta così:

– le forze di polizia godono attualmente di un complesso di poteri particolarmente ampio che è a loro disposizione sempre, sia che venga usato che non. Questi poteri vanno dall’impatto violento (uso delle armi e poteri di privazione della libertà e di interrogatorio) alla possibilità ampia di effettuare intercettazioni;

– gli agenti di polizia che eccedano tali limiti, già particolarmente ampi, possono contare anche su un regime processuale di favore (l’avocazione alla procedura generale di cui all’art. 27 della legge Reale) e, per l’ipotesi non particolarmente probabile di condanna a pena detentiva, in un trattamento carcerario che è facile intuire di miglior favore;

– questo complesso di poteri risulta recentemente ulteriormente valorizzato per differenza: dopo le recenti leggi dell’agosto ’88, che hanno posto limiti ai poteri di cattura della magistratura (la legge 3 agosto 1988, n. 327 e la legge 5 agosto 1988, n. 330, consentono la privazione della libertà solo ove vi siano effettive esigenze cautelari) i poteri della polizia di privare della libertà personale sono decisamente più ampi di quelli dei giudici.

Di seguito, la descrizione di alcuni casi di uccisione “da legge Reale” dal 1975 al 1989 (ne riportiamo 48 sui 625 totali che mostrano le diverse situazioni in cui si sono verificati).

Si tenga presente che la descrizione del caso riporta in estrema sintesi lo svolgimento dei fatti come è stato desunto dalle fonti (vari quotidiani italiani). Si è mantenuta la versione ufficiale comparsa sulla stampa, anche quando palesemente poco credibile.

1975

7 giugno – Nuoro
Achille Floris
18 anni.
Viene ucciso da una raffica di mitra sparata da un carabiniere, mentre a bordo di una Fiat500 non si ferma ad un posto di blocco.

12 novembre – Fizzonasco (MI)
Gerardino Diglio
13 anni.
Due carabinieri sorprendono quattro ragazzi su un’auto rubata. I ragazzi fuggono, uno dei militi spara una raffica di mitra e uccide Gerardino Diglio con tre pallottole nella schiena.

1976

12 febbraio – Torino
Luigi Ciaccia
27 anni.
Il giovane viene sorpreso con altri a rubare in una macelleria da un agente di polizia. Ne nasce una colluttazione e dalla pistola dell’agente partono tre colpi, uno dei quali colpisce Ciaccia ad un polmone, uccidendolo.

5 giugno – Milano M. (RA)
Pietro Presepi
61 anni.
Nel corso di una ispezione all’interno della Banca del Monte di Bologna e Ravenna, i carabinieri sparano e uccidono il custode. Il colpo mortale è partito dalla pistola di un brigadiere.

19 giugno – Torino
Salvatore Fabbricatore
21 anni.
Dentro un bar, Fabbricatore e alcuni amici deridono il carabiniere in borghese Levrieri, il quale risentito punta la pistola alla tempia di Fabbricatore che si mette a ridere. Infuriato Levrieri preme il grilletto e lo uccide.

19 dicembre – Cagliari
William Spiga
18 anni.
Sorpreso a bordo di una moto priva di targa, che guidava senza patente, non si ferma all’alt intimato dalla polizia ad un posto di blocco e, dopo un inseguimento, viene ucciso.

1977

17 marzo – Torino
Bruno Cecchetti
20 anni.
Fermo nella sua auto vicino al carcere delle Nuove, alla richiesta di documenti da parte del brigadiere dei carabinieri Giorgio Vinardi tende la mano verso il cruscotto. Il gesto viene interpretato come un tentativo di armarsi: ucciso da 4 colpi di mitra.

17 giugno – Roma
Aster Chiros
19 anni.
Ragazza etiope viene uccisa accidentalmente da un colpo d’arma sparato da un carabiniere, che stava mostrando la sua pistola alla ragazza.

17 settembre – Teramo
William Marinelli
16 anni.
Ruba un’auto e dopo un inseguimento da parte di due agenti viene ucciso da un colpo al cuore. Secondo la polizia, l’agente stava sparando in aria, quando il collega scivolando gli è caduto addosso e gli ha fatto abbassare la mira.

1978

22 gennaio – Torino
Felice Cannavazzuolo
24 anni.
La notte tra sabato 21 e domenica 22 il brigadiere di p.s. viene ucciso accidentalmente dal collega ventenne Giampiero Dinoreso, il quale, per bloccare un’auto che non si era fermata, spara una raffica di mitra.

16 novembre – Strada prov. Potenza
Angelo D’Andrea
22 anni.
Viene ucciso da un colpo d’arma da fuoco sparato contro l’auto del padre, che non si era fermato all’alt, non avendo visto il posto di blocco dei carabinieri.

4 dicembre – Roma
Paolo Di Paolo
16 anni
Ucciso da una raffica di mitra esplosa dal brigadiere Verdello contro 5 rapinatori. Il giovane si trovava sulla porta di un elettrauto, dove poco prima si era rifugiato un rapinatore che aveva assaltato la vicina agenzia della Cassa di Risparmio.

1979

15 febbraio – Milano
Anonima
25 anni.
Una donna viene uccisa dai carabinieri durante una sparatoria tra questi e alcuni malviventi in via Verdi. La donna, richiamata dagli spari, si era affacciata alla finestra.

2 marzo – Messina
Giuseppe Catalfano
25 anni.
Viene ucciso da un colpo di pistola esploso da un metronotte, insospettito da una vettura che faceva la spola dinanzi ad un istituto di credito. Il colpo sarebbe partito accidentalmente, mentre il vigile inciampava.

7 aprile – Firenze
Elio Marcucci
36 anni.
A bordo di un’auto con due amici viene ucciso per errore ad un posto di blocco, pur provenendo dalla direzione opposta a quella in cui era stato intimato l’alt. Ad un agente di p.s. “sfugge” una raffica e Marcucci viene colpito alla nuca.

1980

31 gennaio – Roma
Anna Maria Minci
52 anni.
Viene uccisa mentre sta facendo la spesa, durante una sparatoria contro una Fiat500 che tentava di allontanarsi dopo aver sfondato un posto di blocco. Gli agenti inseguono l’auto e sparano uccidendo la donna che era sul marciapiede.

28 marzo – Napoli
Antonio Coppola e Andrea Verole
21 e 19 anni.
Due giovani vengono uccisi da un carabiniere in borghese, Antonio Cioffo di 20 anni. Prima delle ore 22 Cioffo si trovava alla guida della sua Fiat128 con altri due colleghi. Prende una contravvenzione ed i due giovani, che si trovano su un’auto poco distante, si mettono a ridere.
Successivamente, secondo la versione dei c.c., Coppola e Verole scendono dall’auto e prendono a pugni Cioffo attraverso il finestrino. Il milite spara e colpisce in bocca Coppola e alla schiena Verole.

26 giugno – Livorno
Matteo De Sanctis
24 anni.
Alla richiesta degli agenti di esibire i documenti, tenta la fuga. Un agente di polizia, nell’intimargli l’alt, inciampa e un colpo di pistola partito accidentalmente raggiunge il ragazzo alla testa.

1981

7 gennaio – Roma
Laura Rendina
28 anni.
La ragazza si era fermata in auto con altri parenti vicino all’abitazione della famiglia Moro e di altri politici, quando sente battere ai finestrini e si trova puntata una pistola. Presa dal panico riparte, ma viene raggiunta da colpi sparati all’impazzata dalla Digos.

12 gennaio – Firenze
Roberto Panicali Frosali
32 anni.
Stava ritornando in banca dopo l’intervallo a bordo del suo motoscooter, quando viene ucciso da una raffica di mitra sparata da un agente di sorveglianza, che dichiara che il colpo è partito accidentalmente, poiché il mitra si era impigliato nel giaccone.

26 luglio – S. Ben. del Tronto (AP)
Ennio Illuminati
35 anni.
Viene ucciso da tre colpi di pistola sparati da un agente della Digos. In compagnia della sua fidanzata, non si era fermato al posto di blocco istituito da agenti in borghese e, temendo di essere vittima di malintenzionati, aveva cercato di fuggire.

25 ottobre – Somma Ves. (NA)
Pasquale Ammirati
19 anni.
Allo stadio scoppiano incidenti tra tifosi e i carabinieri intervengono per stroncarli. Un milite ferma Ammirati per chiedergli i documenti. Il ragazzo fugge e un colpo di pistola, partito “accidentalmente”, lo colpisce alla nuca uccidendolo.

7 dicembre – Santena (TO)
Pietro Sodaro
24 anni.
Si ferma ad un posto di blocco dei carabinieri, a bordo della sua Fiat500 in compagnia della moglie. Alla richiesta dei documenti infila la destra nella giacca per prendere il portafogli. Un milite spara una raffica mortale, che lo colpisce alla testa.

1982

21 febbraio – Chiari (BS)
Roberto Bellotti
27 anni.
Viene ucciso da una raffica di mitra esplosa da un carabiniere, perché in auto con un amico non si era fermato ad un posto di blocco. Il carabiniere che ha sparato ha avuto l’impressione che volessero far fuoco contro di lui. I due erano disarmati.

26 agosto – Brescia
Giuseppe Brescianini
87 anni.
I carabinieri inseguono un giovane su un’auto rubata. Durante l’inseguimento, sparano una raffica di mitra che uccide un passante, Brescianini, che transitava in bicicletta.

4 ottobre – Napoli
Francesco Valenzese
18 anni.
A bordo di una moto assieme ad un amico viene fermato dai vigili urbani, perché sospettato di aver compiuto uno scippo. Ne nasce una colluttazione e un vigile, a suo dire allarmato perché il ragazzo infila una mano in tasca, gli spara un colpo alla nuca.

1983

9 gennaio – Roma
Giuseppe Napoli
49 anni.
Viene ucciso da uno dei proiettili esplosi da una pattuglia di polizia, all’inseguimento di alcuni rapinatori in fuga. L’uomo era fermo con la sua vettura, a bordo della quale c’erano anche la moglie e la figlia.

11 maggio – Prov. di Brescia
Fabio Spinetti
26 anni.
Alla guida della propria auto non riconosce i carabinieri in borghese ad un posto di blocco istituito dopo una rapina. Procede e viene ucciso da alcuni colpi di pistola.

25 maggio – Napoli
Mario Vitolo
30 anni.
Cameraman di Telenapoli, con un amico è fermo al parcheggio della rete televisiva. Viene fermato da un’auto civetta con 4 poliziotti a bordo. Mentre porta la mano alla giacca per prendere i documenti, parte una raffica di mitra che lo uccide e ferisce l’amico.

1984

6 febbraio – Torino
Renato Cavallaro
44 anni.
Durante l’inseguimento di un ricercato, un poliziotto in borghese a bordo di un’auto civile si ferma ad un semaforo rosso, scende e, in posizione di tiro, spara alcuni colpi. L’operaio Cavallaro, che si trovava all’uscita di una cabina telefonica, viene ucciso.

18 giugno – Roma
Luigi Corsi
23 anni.
Un poliziotto lo insegue dopo averlo sorpreso a bordo di un’auto rubata. Spara e lo uccide. Secondo il poliziotto, il colpo è partito accidentalmente.

10 ottobre – Sesto Fiorentino (FI)
Laura Sali
21 anni.
Due carabinieri in borghese intimano l’alt ad un’auto in transito, sulla quale viaggiano la ragazza ed un suo amico. L’auto non si ferma e i carabinieri sparano, uccidendo Laura Sali.

1985

25 gennaio – Palermo
Marcello Russo
16 anni.
Notato in atteggiamento sospetto intorno ad un’auto, all’alt intimato da un brigadiere dei carabinieri, scappa e viene colpito a morte alle spalle.

9 marzo – Trieste
Piero (Pedro) Greco
38 anni.
Ricercato per motivi politici viene ucciso con numerosi colpi di pistola sparatigli da distanza ravvicinata nell’androne di casa e per strada da agenti della Digos e del Sisde.

22 ottobre – Caserta
Giuseppe Sarzillo
20 anni.
Operaio saltuario incensurato, a bordo di una Fiat127 con la fidanzata, forse per l’oscurità o per la pioggia, non si ferma ad un posto di blocco dei carabinieri, che, scambiatolo per un delinquente, sparano: lui muore e la fidanzata resta ferita.

1986

23 febbraio – Milano
Luca Rossi
20 anni.
Un poliziotto della Digos, Pellegrino Policino, fuori servizio interviene in una lite tra automobilisti partecipandovi attivamente. Quando i due “aggressori” fuggono in auto, il poliziotto spara due colpi e uccide Luca che stava andando a prendere la filovia.
www.luca-rossi.org

20 luglio – Palermo
Antonio Bellanti
21 anni.
Viene ucciso da un colpo alla schiena sparato da un poliziotto, che a bordo di un’auto pattuglia lo stava inseguendo, giudicandolo un presunto rapinatore. L’agente sostiene di aver sparato accidentalmente due colpi in seguito all’urto con l’auto dei fuggitivi.

1 agosto – Napoli
Antido Di Grazia
23 anni.
Viene ucciso con un colpo di pistola alla fronte, sparato da un carabiniere in borghese a cui aveva tentato di scippare una catenina.

1987

8 gennaio – Villaricca (NA)
Massimo Flocco
24 anni.
Con amici è in auto in attesa delle ragazze per andare a ballare. Tre poliziotti fuori servizio e in borghese si avvicinano armi in pugno, avendoli scambiati per rapinatori. Sentendosi in pericolo, i giovani fuggono, gli agenti sparano e uccidono Flocco.

27 febbraio – Cinquefr. (RC)
Rocco Ciccone
25 anni.
Handicappato viene ucciso dai colpi di pistola sparati da un carabiniere. Per i militari era armato, anche se nessuno ha mai visto la pistola.

1 agosto – Bari
Francesco De Scala
21 anni.
Secondo la versione ufficiale, il giovane viene ucciso “accidentalmente” da alcuni carabinieri, dopo che era stato visto aggirarsi con fare sospetto nei pressi dell’Hotel Riviera e, alla vista dei militi, aveva cercato di fuggire.

1988

20 febbraio – Alberobello (BA)
Marco Pertosa
19 anni.
Sulla propria auto con alcuni amici, il giovane viene affiancato da una golf con a bordo due guardie giurate che gli intimano l’alt. Temendo un’aggressione i giovani fuggono, una delle guardie spara alcuni colpi di pistola e uccide il giovane.

25 marzo – Foria (SA)
Mario De Robbio
17 anni.
Un giovane passante viene ucciso tra la folla con un colpo alla testa, sparato da un poliziotto durante l’inseguimento di un malvivente sorpreso a taglieggiare un negoziante.

10 settembre – Nule (SS)
Salvatorangelo Mellino
16 anni.
Un giovane pastore sbeffeggia un carabiniere in licenza, dicendogli “Sei uno sbirro!”. Quest’ultimo gli scarica addosso l’intero caricatore della pistola d’ordinanza, uccidendolo.

1989

14 gennaio – Guidonia (Roma)
Gaetano Serio
30 anni.
Tre sospetti scippatori vengono fermati a bordo della loro auto da una pattuglia di carabinieri. Uno tenta di fuggire sull’auto dei c.c., che sparano e lo uccidono.

7 aprile – Milano: Omicidio Luca Rossi. Pellegrino Policino è stato condannato per omicidio colposo, accidentale, ad 8 mesi di reclusione con la sospensione della pena per 5 anni, senza menzione sulla fedina penale.

14 aprile – Palermo
Stefano Consiglio
17 anni.
Mentre tenta di rubare un’autoradio, viene sorpreso da un poliziotto. Secondo la versione ufficiale, l’agente spara perché gli abitanti del quartiere tentano di liberare il ragazzo. Il proiettile gli attraversa la testa ferendolo a morte.

27 giugno – Nave (BS)
Claudio Ghidini
19 anni.
Un’auto con tre giovani a bordo viene fermata dai carabinieri per un controllo. Un milite intima a Ghidina di salire sulla sua auto: il giovane si rifiuta per aspettare gli amici, ma viene preso a schiaffi e poi ucciso da un colpo di pistola alla testa.


Ora riportiamo alcune elaborazioni effettuate dal Centro di Iniziativa Luca Rossi sulla totalità dei dati raccolti dal giugno 1975 al giugno 1989.

Vittime della legge Reale divise per anno

AnnoMortiFeritiTotale
1975*10313
197610926
1977152237
1978191029
1979204060
1980122840
1981193049
1982172744
1983122537
1984191635
1985173956
1986243357
1987223456
1988203050
1989**112536
Totale254371625

* le rilevazioni del 1975 vanno da giugno a dicembre e sono quindi da rapportare a sei mesi.
** le rilevazioni del 1989 sono relative ai primi sei mesi, da gennaio a giugno.

254 morti e 371 feriti.
E sono solo i dati dal 1975 al 1989!

Vittime della legge Reale secondo il tipo di forze dell’ordine

Forze dell’ordineMortiFeritiTotale
agenti di custodia235
carabinieri123155278
esercito123
finanzieri257
polizia103167270
polizia privata*131225
vigili62228
altri non catalogati369
Totale254371625
di cui   
agenti fuori servizio192948
agenti in borghese385492
* guardie private, metronotte, vigilantes.

Vittime della legge Reale secondo il tipo di “reato presunto”

 MortiFeritiTotale
Assenza di reato (attegg. sospetto, doc. irregolari, ricercato, estraneità)325
Rapporto con le forze dell’ordine (inoss. provvedimenti, oltraggio, resistenza)123155278
Reati gravi, o contro la persona (estorsione, lesioni, rapina, tentati o consumati)123
Microcriminalità (lite, minaccia, rissa)257
Droga (spaccio)103167270
Altri reati131225
Totale254371625

Nota: la presenza di complici riguarda il 37% dei casi, mentre la flagranza, intesa come contestualità tra il compimento del presunto reato e l’intervento delle forze dell’ordine, riguarda il 67% dei casi.

Armi di cui erano dotate le vittime

Nessuna arma nel 90% dei casi, il restante 10% è così suddiviso:

Tipo di armaNumero casi
arma non precisata10
pistola26
bottiglia incendiaria1
fucile2
Armi improprie 
pistola lanciarazzi4
martello1
pugnale1
coltello7
punteruolo1
forbici1
ascia1
Totale51

Vanno aggiunti 13 casi in cui le vittime possedevano oggetti che non sono considerati né arma, né arma impropria come: pistola giocattolo, pietra, tagliaunghie, siringhe, ecc.

Ripartizione delle vittime per classi di età

Fasce di etàNumero casi
Età non conosciuta69
Meno di 15 anni25
Tra 15 e 17 anni77
Tra 18 e 25 anni250
Tra 26 e 35 anni123
Tra 36 e 50 anni58
Oltre i 50 anni23
Totale625

La nomenclatura “età non conosciuta” riguarda quei casi in cui negli articoli dei quotidiani non viene riportata l’età della vittima.

La ricerca del Centro di Iniziativa Luca Rossi si ferma al giugno del 1989.