(Testo Carmelo Albanese, Musica Rock Brothers)
Inedita
Quando ti portan via la tua città quando la svendono all’altare del padrone è anche normale alla fine poi ci sta che ti vien voglia di una rivoluzione Piazza Alimonda in fondo è in ogni luogo lungo le strade che chiedono giustizia è un’onda lunga di cui non sai la fine puoi dire a stento soltanto dove inizia e canto l’attimo in cui ti sarai chiesto tutto sommato ma chi me lo fa fare che per morire è sempre troppo presto e poi fa caldo e lì a due passi c’è il mare | Vestivi quella canottiera bianca che era già pronta a riposare al sole che poi ricordo schiacciata sull’asfalto e allora perdo di colpo le parole E sui tavoli dei bar chi gioca a carte chi dal lavoro al porto torna via distrutto Se nessuno vuol fare la sua parte qualcun altro è costretto a dar tutto Non c’è sentenza che possa esser capace e serve a poco persino ogni parola a dare un senso e forse un po’ di pace se l’estintore risponde alla pistola |
In quell’istante avrai dato un calcio al vento con decisione hai preso a camminare seguendo il passo lieve della storia Genova occupata: l’andiamo a liberare E sui tavoli dei bar chi gioca a carte chi dal lavoro al porto torna via distrutto Se nessuno vuol fare la sua parte qualcun altro è costretto a dar tutto Così hai nascosto i tuoi capelli biondi dentro a quel passamontagna blu e il rotolo di scotch fino a sopra il braccio per farti forza e scordarti che eri tu | Voglio cantarti fuori dal dolore loro non sanno e non possono spiegarlo l’hai detto tu: “Di vita non si muore” e da quel giorno ci siam chiamati Carlo! E sui tavoli dei bar chi gioca a carte chi dal lavoro torna via distrutto Se nessuno vuol fare la sua parte qualcun altro è costretto a dar tutto “Con quella faccia un po’ così quell’espressione un po’ così che abbiamo noi prima di andare a Genova E ogni volta ci chiediamo se quel posto dove andiamo non c’inghiotta e non torniamo più” |