Il 18 ottobre 2004, si è aperta ed è stata subito rinviata la prima udienza preliminare per il cosiddetto “processo Perugini”.
Si tratta dell’aggressione ai danni di un ragazzino e di alcuni suoi compagni mentre erano seduti a terra. L’immagine è quella famosa in cui il ragazzino con lo zigomo fratturato e la faccia deformata dalla frattura urla contro i funzionari che lo hanno appena pestato. Per questo episodio sei funzionari sono accusati di falso, calunnia e abuso di ufficio per aver falsificato i verbali e per aver falsificato il reale andamento dei fatti smentito da innumerevoli prove video e fotografiche.
I sei funzionari sono: Spartaco Mortola (ai tempi capo della Digos di Genova), Alessandro Perugini (ai tempi vice capo Della digos di Genova), Antonio Del Giacco, Sebastiano Pinzone, Enzo Raschella, Luca Mantovani, Giuseppe De Rosa (funzionario della Digos di Milano). A De Rosa, Perugini e Pinzone vengono contestate anche le lesioni private.

Pestaggi al G8, PM chiede rinvio a giudizio di 7 poliziotti

Il PM Francesco Cardona Albini ha chiesto il rinvio a giudizio di sette poliziotti, tra cui gli ex dirigenti della Digos di Genova Spartaco Mortola e Alessandro Perugini, imputati a vario titolo di lesioni aggravate, falso ideologico, calunnia, abuso d’ufficio e danneggiamenti. Lo ha fatto al termine della requisitoria al processo per i presunti pestaggi da parte della polizia, avvenuti il 21 luglio del 2001 in corso Barabino, davanti alla Questura, durante il G8.
Tra gli episodi contestati ai poliziotti il PM ha ricordato il calcio sferrato all’occhio del minorenne Marco Mattana dall’allora numero due della Digos di Genova, Alessandro Perugini. Di questo e di altri fatti ha parlato stamane il magistrato, basandosi su foto, filmati e dichiarazioni delle parti offese. L’udienza proseguirà venerdì con gli interventi dei difensori.

(La Repubblica, 22 ottobre 2004)


Nell’ultima udienza preliminare del 29 ottobre 2004 la Dott.ssa Letizia Califano ha deciso:
– sentenza di non luogo a procedere per non aver commesso il fatto per Mortola Spartaco;
– sentenza di condanna ad un anno e otto mesi con la condizionale e 10.000 euro di provvisionale (risarcimento provvisorio in attesa della determinazione finale del danno) a De Rosa Giuseppe, l’agente Digos di Milano che aveva chiesto il rito abbreviato, imputato per le sole lesioni a Mattana;
– decreto di rinvio a giudizio (udienza il 09 febbraio 2005, sezione terza del tribunale di Genova) per Perugini Alessandro;
– Del Giacco Antonio, Pinzone Sebastiano, Raschellà Enzo, Mantovani Luca, imputati di abuso di ufficio, falso e calunnia nei confronti di sette persone arrestate senza motivo, Perugini e Pinzone anche di lesioni nei confronti di Mattana Marco, Pinzone anche per aver minacciato con una pistola gli arrestati ed aver prodotto lesioni a Lungarini Fabrizio.
Le udienze del processo a carico di 5 poliziotti continuano…


G8: rinviato al 17 novembre processo a 5 poliziotti accusati di violenze sui manifestanti durante vertice

È stata subito rinviata al 17 novembre 2005, dopo mezz’ora di dibattimento, la seconda udienza del processo a carico di cinque poliziotti, tra cui l’ex numero due della Digos di Genova Alessandro Perugini, per i fatti avvenuti a Genova, in corso Barabino, il 21 luglio del 2001, durante il G8.
La causa del rinvio è la sostituzione dal collegio della terza sezione del tribunale di un giudice a latere andato in pensione e il prossimo trasferimento del presidente Di Mattei nominato procuratore capo a Imperia.
Perugini in particolare è accusato di aver colpito a calci il giovane Marco Mattana, di Ostia, all’epoca minorenne, provocandogli vari traumi e ferite all’occhio e alle palpebre.
Gli altri poliziotti imputati sono Antonio Del Giacco, spezzino, Sebastiano Pinzone, catanese, Enzo Rachellà, calabrese, e Luca Mantovani della Provincia di Rovigo.
Le accuse nei loro confronti sono a vario titolo di concorso in lesioni personali aggravate, falso ideologico, calunnia, abuso d’ufficio, minacce e danneggiamenti.

(Ansa, 26 maggio 2005)


G8: violenze di strada; iniziato processo a 5 poliziotti

Tra questi l’ex vice della Digos di Genova Alessandro Perugini

È cominciato stamane, davanti alla terza sezione del tribunale, il processo a carico di cinque poliziotti, tra cui l’ex numero due della Digos di Genova, Alessandro Perugini, per i fatti avvenuti in corso Barabino il 21 luglio del 2001, durante il G8.
Nel corso dell’udienza, poi rinviata al 26 maggio, sono stati indicati dalle parti i testi da sentire e le prove, tra cui alcuni video.
In particolare Perugini è accusato di aver colpito a calci il giovane Marco Mattana, di Ostia, all’epoca minorenne, provocandogli vari traumi e ferite all’occhio e alle palpebre. Gli altri poliziotti imputati sono Antonio Del Giacco, spezzino, Sebastiano Pinzone, catanese, Enzo Raschellà, calabrese, e Luca Mantovani della provincia di Rovigo.
Le accuse nei loro confronti sono a vario titolo concorso in lesioni personali aggravate, falso ideologico, calunnia, abuso d’ ufficio, minacce e danneggiamenti. Complessivamente in via Barabino erano finiti in manette sette manifestanti con l’accusa di resistenza.
Mattana è stato assolto in primo e secondo grado, mentre per gli altri è stata già accolta dal GIP la richiesta di archiviazione avanzata dal PM Francesco Cardona Albini.

(Ansa, 09 febbraio 2005)


G8, condannato il primo poliziotto

Un anno e otto mesi per il sovrintendente che sfigurò il giovane Marco Mattana. Rinviato a giudizio Perugini, ex numero due della Digos, prosciolto il capo Mortola

Quel volto sfigurato fece il giro del mondo, associato all’immagine del vicequestore Alessandro Perugini che sferra un calcione al ragazzino già bloccato e pestato a sangue. A tre anni, tre mesi e otto giorni dal G8 la magistratura genovese ha condannato, ieri con giudizio abbreviato, il sovrintendente Giuseppe De Rosa che, “in concorso con altri agenti non identificati, colpendolo con il manganello al volto, cagionava a Mattana Marco lesioni personali consistite in trauma contusivo craniofacciale con ferita lacero-contusa e ecchimosi palpebrale superiore, con prognosi di gg. 20 – si legge nel capo d’imputazione – Con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di persona minorenne e in violazione dei doveri e con abuso dei poteri inerenti la sua funzione”. Protagonista di una vicenda paradigmatica di botte da orbi e arresti illegali, come tante altre che rimarranno impunite, De Rosa è il primo poliziotto condannato per il G8. Ha preso un anno e otto mesi, più una provvisionale di diecimila euro in favore del ragazzo, che sta per compiere diciannove anni. L’hanno inchiodato i filmati girati dal Tg5 in via Barabino, vicino alla questura, gli stessi che hanno immortalato Perugini, ex numero due della Digos e attuale responsabile logistico della questura di Genova.
Perugini, nello stesso processo, è stato rinviato a giudizio con accuse di abuso d’ufficio, falso ideologico, calunnia e lesioni personali aggravate. All’udienza del 9 febbraio prossimo dovranno comparire, a vario titolo, anche l’ispettore capo Antonio Di Giacco, il sovrintendente Sebastiano Pinzone, l’agente scelto Enzo Raschellà (tutti della Digos di Genova) e l’assistente Luca Mantovani (Digos di Padova). Il 21 luglio 2001, nel sabato dei duecentomila in piazza che seguì l’omicidio di Carlo Giuliani, questi poliziotti arrestarono sei no global che erano con Mattana “al di fuori dei presupposti di legge – scrive il PM Francesco Cardona Albini nella richiesta di rinvio a giudizio – con uso ingiustificato di violenza”, mentre i malcapitati “stavano manifestando dinanzi allo schieramento di polizia posto a protezione della questura, sedendosi al centro della strada”. Solo per Mattana, allora sedicenne, il PM rinunciò a chiedere la convalida dell’arresto.
Secondo i verbali di polizia i no global lanciavano “pietre e bottiglie contro la prima linea di operatori di polizia e verso i verbalizzanti… l’ispettore Del Giacco veniva attinto da una bottiglia alla mano sinistra, il sovrintendente Pinzone da un sasso alla nuca, l’agente Raschellà da una bottiglia alla base nel collo. Nel corso della colluttazione che ne seguiva il vicequestore Perugini veniva aggredito – continua il verbale – riportando lesioni alla coscia ed alla mano sinistra e l’agente Raschellà riportava lesioni alla base del collo”. Le lesioni furono certificate da Giacomo Toccafondi, medico penitenziario inquisito per le sevizie di Bolzaneto. Ma poi i filmati hanno dimostrato che le “azioni di resistenza” non erano mai avvenute. Nessuna colluttazione, fu un’aggressione a freddo. E Pinzone è accusato anche d’ingiuria e minacce aggravate perché “dopo l’arresto illegittimo, puntando contro il loro volto – scrive il PM – la pistola d’ordinanza e dicendo “zitti bombaroli di merda, vi sparo in faccia”, minacciava” due delle sette vittime.
Esce però di scena, prosciolto, il settimo imputato, il più noto. La giudice dell’udienza preliminare, Maria Letizia Califano, ha deciso il non luogo a procedere per l’ex capo della Digos di Genova Spartaco Mortola, oggi vicequestore vicario a Alessandria e coinvolto anche nel processo per l’assalto e le false molotov alla scuola Diaz. Non è dunque stata accolta la ricostruzione del PM che, sulla base di dichiarazioni di Perugini e Del Giacco, attribuisce a Mortola, che non firmò i verbali ma era lì, l’ordine di arrestare quei ragazzi. “Uno a zero”, ha gridato Mortola in aula, levando le braccia in segno di vittoria. “Ho sempre avuto fiducia nei giudici – ha aggiunto fuori dall’aula – ringrazio i miei avvocati”. Dovranno lavorare ancora per tirarlo fuori dall’affare Diaz, senza contare che il PM, lette le motivazioni, potrebbe fare appello contro il proscioglimento di ieri. E non è finita: l’avvocato di Mattana ha depositato un esposto contro Silvia Agostini, la funzionaria (ex Digos di Genova, trasferita a Roma) che firmò la denuncia per resistenza a carico del minorenne.
De Rosa, calabrese di 43 anni in servizio alla “squadra tifoserie” della Digos di Milano, ha preso un anno e otto mesi per lesioni aggravate (scontato un terzo per il giudizio abbreviato), esito non frequente per un poliziotto. L’avvocato e la famiglia di Mattana respingono i giornalisti: “Non parlerà, lasciatelo stare”. C’è da capirli perché Marco, che fa l’ultimo anno all’istituto d’arte, ne ha passate di tutti i colori. Dopo le botte l’hanno processato al tribunale dei minori: assolto. E il procuratore generale Domenico Porcelli l’ha fatto processare anche in corte d’appello: ancora assolto.

(Alessandro Mantovani – Il Manifesto, 31 ottobre 2004)


16 ottobre 2008
Oggi le arringhe dell’accusa e delle parti civili.
Perugini (ex numero 2 della DIGOS genovese, già condannato a 2 anni e 4 mesi nel processo per i fatti di Bolzaneto) e altri 4 agenti DIGOS sono accusati di falso, calunnia e abuso d’ufficio per l’arresto illegale di 5 manifestanti e un fotografo. In un famoso video si vede Perugini che tenta di sferrare un calcio in faccia ad un ragazzo minorenne, poi ritratto con un occhio orribilmente tumefatto. Il processo non riguarda tuttavia le lesioni, in quanto il giovane, parte offesa per l’arresto illegale, ha accettato un risarcimento extragiudiziale. Il PM ha chiesto 2 anni e 3 mesi per Perugini e Del Giacco, 1 anno e 8 mesi per Raschellà e Mantovani e 2 anni e 1 mese per Pinzone, accusato anche di aver minacciato con una pistola una delle persone arrestate nel tragitto verso la Caserma di Bolzaneto. La Difesa discuterà il 10 dicembre e la sentenza potrebbe essere pronunciata il giorno stesso.

APPROFONDIMENTI
http://processig8.net/Fatti_di_strada.html