Un giorno mi trovavo a una delle tante manifestazioni quando Lidia è passata correndo. O forse camminava, ma il suo passo mi ha sempre dato l’idea di una corsa: non aveva tempo da perdere, lei. Ciao, Lidia! ho gridato, senza rendermi conto che non poteva sentirmi, in quel frastuono di voci, tamburi, musica. Un ragazzo vicino mi ha chiesto: La conosci? L’ho guardato ma non capivo il tono della domanda. Certo che la conosco! E’ la compagna Lidia Menapace… una grande, ho aggiunto confidenzialmente. Il ragazzo mi ha guardato con aria di rimprovero. Ma era democristiana! Ha esclamato.
Ecco, di tutta quella vita coraggiosa, ricca, innovativa, lui aveva fatto una scatolina e ce l’aveva messa dentro. Purtroppo è un vizio diffuso. Presa alla sprovvista, quando ho alzato gli occhi per argomentare la mia risposta, il corteo si era mosso e il ragazzo non c’era. In cuor mio gli ho augurato di riuscire a imparare un millesimo di quanto avrebbe potuto insegnargli la vita di Lidia.
Chissà perché mi viene in mente ora. Forse perché ho appena saputo che lei non c’è più. E non correggerà più le mie sviste in fatto di linguaggio: sono antimilitarista e antisessista come lei ma qualche termine sbagliato a me scappa sempre…
Ciao Lidia, e grazie di tutto!
Haidi
07/12/2020